Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Obiettivo Risarcimento

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Spot televisivi e

Pubblicità Ingannevole

L'inizio dell'anno è stato segnato dal passaggio di uno spot sulle reti RAI che, ancora una volta, ha riproposto il problema dell'incitamento del grosso pubblico a ricorrere, o meglio, a "provare a ricorrere" contro i Medici del S.S.N. in forma gratuita. Lo spot è intitolato "Obiettivo risarcimento".

Le considerazioni che lo spot suggerisce sono molteplici. Eccone alcune :

  1. Lo Spot è stato proposto dalle reti RAI.
    Troviamo veramente assurdo che la RAI proponga uno spot che incentiva nelle persone comuni la fobia e la certezza dell'errore medico; questo atteggiamento delle persone si percepisce da parte dei medici ospedalieri nelle corsie, nei Pronto Soccorso, negli ambulatori, in qualsiasi contatto con i pazienti e i parenti. Allora, questa situazione di sfiducia creata prevalentemente dai mass-media con uno stillicidio di notizie che si ripete amplificato da anni, ha determinato un'abnorme dilatazione della spesa per "medicina difensiva". Non si capisce come la RAI possa quindi accettare di far passare sulle proprie reti una pubblicità che determina come riflesso un danno alle già dissestate casse del suo stesso proprietario, cioé : lo Stato.
    Tempo fa è stata proibita la pubblicità delle sigarette in quanto il fumo è dannoso alla salute; non si capisce come lo Stato permetta che le sue stesse reti mettano in onda una pubblicità dannosa agli interessi dello stesso Stato.
  2. Pubblicità ingannevole.
    Nello spot non si comunica che, le cause da cui origina un ristoro economico di un danno subito, sono inferiori al 5 % delle richieste di rimborso avviate e che, nella legge italiana, qualora il ricorso alla magistratura giudicante non desse origine alla dimostrazione di una colpa da parte del medico, è previsto anche il ricorso da parte del medico inquisito per "diffamazione"; la pronuncia del giudice potrebbe inoltre non essere indolore e portare alla definizione di "causa temeraria" con la condanna al pagamento delle spese di giudizio. Dubitiamo che gli studi legali che spendono per gli "spot" televisivi siano disposti ad accollarsi le spese che il giudice attribuisce alla persona che ha preteso di avviare il ricorso alla magistratura.
  3. Chi c'è dietro questi spots ?
    Questi spots, che chiedono al pubblico televisivo di ricorrere contro i Medici del S.S.N. ricordandogli che hanno dieci anni di tempo per farlo, sollecitano l'invio delle cartelle cliniche ai fini del controllo e ricerca di errori sia clinici che di registrazione degli atti : l'importante è ricorrere. In questi tempi di crisi, sembra quindi un miraggio avere la possibilità di ricorrere contro i Medici del S.S.N.
    Ormai i Medici sembrano essere diventati una categoria da colpire: le Assicurazioni aumentano i premi fino a numerose migliaia di euro e non assicurano i Medici che hanno avuto una condanna. La protezione offerta dallo Stato o dalle Aziende è solo minima: la legge "Balduzzi" non solo non ha aumentato la protezione per i medici, ma ha - nell'interpretazione di molti Giudici - aumentato le possibilità di colpa: viene infatti attribuita anche la "colpa lieve" se il comportamento del medico si discosta da quanto dettato dalle linee guida.
    A questo punto viene da pensare che dietro gli spots vi siano non solo grossi Studi Legali o Catene di Studi Legali, ma anche Assicurazioni cui conviene aumentare il contenzioso per far levitare artificialmente i premi assicurativi.
  4. Ma conviene davvero all'Utenza ?
    Ai Medici sembra di essere entrati ormai in un tunnel : da una parte le Assicurazioni che approfittano per incassare sempre più e dall'altra la difficoltà oggettiva della professione. Ormai si è stabilita una situazione in cui viene rifiutata dall'utente l'accettazione di un rischio intrinseco in qualsiasi manovra diagnostico-terapeutica ed il medico che si sente costretto ad accettare il rischio di venire perseguito nel percorrere quella manovra per giungere ad una diagnosi o quell'intervento per effettuare una cura adeguata. Gli utenti rifiutano di assumere anche in piccola parte il peso dei rischi connessi con queste metodiche, talvolta notevolmente invasive e intrinsicamente piene di rischi, associano invece qualsiasi evento infausto ad una presunta colpa medica senza valutare la difficoltà della patologia trattata, spesso già segnata da un elevatissima percentuale di esiti infausti. Gli utenti, e peggio ancora i parenti degli utenti, pretendono il risultato sperato senza valutare le infinite possibilità di eventi avversi. Purtroppo in nessuna delle specialità mediche può essere applicato il concetto che il "compratore-utente" possa chiedere un rimborso se non si sente soddisfatto; ebbene gli Avvocati e talora anche alcuni Giudici sembrano ragionare in questi termini.
  5. Probabilmente .......
    Probabilmente in questo giro vorticoso di cifre ci perdono tutti.
    Lo Stato perde miliardi per pagare la "medicina difensiva" ma non agisce o non può agire con la depenalizzazione dell'Atto Medico;
    L'Utente perde la serenità del Medico cui si rivolge sperando in una sua performance miracolistica;
    Il Medico si sente preso tra mille fuochi fino a consigliare i più giovani a scegliere strade meno pericolose;
    Le Assicurazioni forse non navigano nell'oro ma arrancano per cercare di arrivarci;
    Gli Avvocati sono costretti ad offrire prestazioni gratuite;
    I Giudici si devono affidare ad altri Medici per fungere da C.T.U. spesso talmente digiuni delle procedure ospedaliere che emettono considerazioni dannosissime a tutto il sistema in quanto affossano la credibilità dei Medici Ospedalieri con giudizi di pura fantasia libresca. 
  6. In fine ......
    Cercate una buona Convenzione Assicurativa (come quella stipulata dal Co.A.S.) e agite con tutta la onestà intellettuale di cui siete capaci. 
    Della seconda ne avrete bisogno ogni giorno; se non bastasse, è probabile che vi serva la prima.


    A. Garau
    Segr. naz. Co.A.S.