Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Perequazione Negata dalla Consulta

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Per non alterare i conti dello Stato :

La Corte Costituzionale approva il Decreto "Poletti"  !

L'eventuale deficit viene quindi finanziato dalle rinunce dei Pensionati !

 La Consulta (Corte Costituzionale) boccia

l'adeguamento
delle pensioni e respinge le 

eccezioni di incostituzionalità
sollevate al

riguardo del Decreto Legislativo "Poletti".

I Fatti

La riforma "Fornero" aveva bloccato la

"perequazione" delle pensioni al costo

della vita per il 2012 e 2013.

Questo aveva decretato il Governo

"Monti" per fare immediatamente "cassa".

Si era riusciti con questo "blocco" a rispar-

miare nell'immediato a danno dei pensionati.

Numerosi "pensionati" avviarono molteplici cause sollevando il problema della "legittimità costituzionale" della riforma Fornero che, nel frattempo venne estesa a tutto il 2016 con la Legge di stabilità del 2014; per la parte che andava a bloccare la perequazione delle pensioni - infatti - la Consulta emise una prima sentenza di incostituzionalità per violazione del principio di ragionevolezza.

Molti pensionati, anche in virtù dei principi alla base della precedente sentenza della Consulta, avevano ravvisato elementi di illegittimità costituzionale anche nel Decreto "Poletti" del 2015, in particolare i pensionati che erano rimasti esclusi da qualsiasi rimborso (quelli le cui pensioni erano superiori a 6 volte il minimo) o quelli che avevano ricevuto rimborsi o perequazioni comprese tra il 10 e 20 % del dovuto, titolari di pensioni tra i 1500 e 3000 euro lordi circa.
In particolare i Medici della dipendenza venivano ricompresi nella fascia di non aventi diritto a qualsiasi rimborso o perequazione, in quanto la loro pensione si aggirava intorno alla fascia individuata dal valore massimo.

Lo stato attuale
Attualmente, le pensioni dei medici della dipendenza superiori ai 2900 euro mensili lordi, a seguito della sentenza espressa ieri dalla Consulta, si trovano in una condizione di blocco, in quanto la Legge di Stabilità del 2016 ha bloccato qualsiasi perequazione fino al 2018 compreso.
Con la sentenza di ieri 25-10-2017, la Consulta ha dichiarato che il Decreto Poletti del 2015 realizza un "NON irragionevole bilanciamento tra i diritti dei Pensionati e le esigenze della Finanza pubblica."
La Consulta ammette quindi di essersi piegata a quanto richiesto dal Governo che si sarebbe trovato a dover erogare arretrati pensionistici valutabili in almeno 16 miliardi di euro.

Nel tentativo di assecondare questa prima sentenza della Corte Costituzionale che giudicava illegittimo il blocco delle pensioni imposto dalla "riforma Fornero", aderendo al concetto che le dinamiche pensionistiche facessero parte integrante dei diritti acquisiti, il Decreto "Poletti" nel 2015 tentava di ristabilire una forma di adeguamento secondo un rapporto percentuale tra la "pensione lorda" e le "pensioni minime".


Conclusioni
Per i pensionati si tratta di un "furto" rispetto ai criteri di rivalutazione delle pensioni vigenti nei lunghi anni in cui hanno versato i loro contributi.
D'improvviso, per esigenze incontestabili, ma non certo dipendenti dalla loro volontà né del tutto imprevedibili, i pensionati si trovano nella condizione di dover essere utilizzati come "bancomat" dello Stato. Realizzano di essere una categoria impotente, esposta alle esigenze del momento, difficilmente difendibili dalle Organizzazioni Sindacali messe all'angolo da leggi, norme e atteggiamenti arroganti delle Istituzioni di qualsiasi livello.

Per i Pensionati, quindi, l'unica forma di opposizione rimane la diffusione delle notizie, del loro dissenso e di quel senso di insicurezza che i lavoratori devono imparare a fare proprio nel momento in cui versano i contributi per la loro futura pensione.