Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Non regalate "scienza e coscienza"  per qualche voto in più !

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Il  MIRAGGIO  di APPARTENERE ad un ORDINE

Lo sentiamo alla T.V., lo leggiamo sui giornali, lo 
visualizziamo continuamente su FaceBook :
"Siamo in periodo pre-elettorale".

L'abbiamo perfettamente memorizzato, ma non
abbiamo notato un vero periodo di interruzione
tra il periodo di propaganda elettorale precedente
e questo che dovrebbe essere considerato "il successivo".
E' proprio questa la fase in cui Ogni singola persona,
ogni singola Associazione, Categoria, Gruppo o
Confraternita intensificano l'arrembaggio nel
tentativo di strappare una promessa di miglioramen-
to della propria posizione
o delle proprie condizioni.
E' forse così che da almeno nove anni (dal Febbraio
2008) si intrecciano e si inseguono le voci della
trasformazione dei Collegi infermieristici in
Organizzazioni Ordinistiche esattamente come per
altre Professioni : Avvocati, Architetti, Medici, etc.

 

L'ipotesi che più probabilmente si realizzerà, sarà la parificazione di due professioni asso-
lutamente diverse sia nella preparazione teorica che nella pratica. Da sempre l'infermiere si
è dedicato a mansioni esecutive, da sempre i Medici si sono assunti l'onere e la responsabilità
della diagnosi e cura di una persona, elaborando in scienza e coscienza una ipotesi diagnostica
ed una condotta terapeutica conseguente. Ai Medici, in virtù della loro conoscenza della 
fisiopatologia e della esperienza maturata, vè stata sempre affidata la tutela della vita umana.

Anche agli infermieri vengono affidate manovre finalizzate alla conservazione e tutela 
della vita, ma non viene richiesto né di formulare una diagnosi né di impostare un
percorso terapeutico; forse gli sarà richiesto un buon grado di collaborazione e di
conoscenza tecnica nell'eseguire una specifica terapia, ma difficilmente gli verrà chiesto
di più.

Proprio nel Regio Decreto 103 del 1924 si trova una definizione di Ordine in riferimento
agli Studi eseguiti: l'Ordine è quell'insieme di persone unite dall'esercizio della medesima
professione, con la precisazione che gli studi siano di livello universitario.
Anche con la parola Collegio indichiamo un insieme di persone unite dalla stessa
professione, ma esercitabile dopo studi di livello medio o tecnico.

Con l'inserimento della Scuola per infermieri nell'ambito delle scuole universitarie, in
ossequio alle normative approvate e richieste dalla C.E.,
ecco che i diplomati in scienze
infermieristiche dopo soli tre anni di corso, sentono di aver conseguito un livello di
studi universitario e pretendono di appartenere ad un Ordine e non più ad un Collegio.

Non certo per difendere questo piccolo gradino insito in un termine diverso, ma per
continuare a segnalare la differenza intercorrente tra l'esecutore di un ordine e chi ha
la potestà di
progettare quell'ordine e motivarlo, lo scrivente ritiene che mantenere
l'attuale sottile distinzione sarebbe utile ad entrambe le categorie nei confronti degli
stessi Utenti ed a chi deve organizzare l'utilizzo delle risorse umane senza creare
ulteriore confusione tra chi ha l'onere di disporre e chi ha il dovere di eseguire. Peraltro
su questo piano specifico, gli effetti della combinazione tra protervia del potere e dovere
premiale di collaboratori extraprofessionali, sta comportando la ridefinizione della 
architettura organizzativa delle Aziende Sanitarie, con tendenza alla soppressione di 
Reparti (=U.O.C.) di diagnosi e cura - quelli che servono agli ammalati - con U.O.C. 
dirigenziali affidate a figure di "vaga professionalità" che dovrebbero gestire espressioni
al limite dell'offensivo quali : "risorse umane", "piani organizzativi", "piani assistenziali", etc., 
finalizzati al controllo politico sulle figure dirigenziali ed operative (Dirigenti Medici e 
Direttori). Molti di questi Direttori preferiscono rinunciare ad una delle loro prerogative
direttive più rilevanti, quella derivante dalla conoscenza delle patologie e della
epidemiologia tra i loro Utenti, per poter continuare a lavorare. Infatti trovarsi nella
condizione di dover pietire di fronte a queste figure le risorse per poter continuare a
svolgere il lavoro quotidiano, li pone evidentemente in una condizione di inferiorità
che altera definitivamente i rapporti senza possibilità di ritorno. 

In questo clima elettorale senza sosta o interruzioni,  è ovvio che chi pensa di fare un 
passo avanti e può promettere un maggior numero di voti, ha buoni argomenti per
chiedere e forse anche ottenere, con buona pace per quell'Utente che sarà indirizzato
in modo assolutamente improprio in quanto mancano - e non possono esserci - sia la
scienza che la coscienza.